10.12.2013 Sono scenari apocalittici quelli descritti da uno studio condotto dall'International Physicians for the Prevention of Nuclear War and Physicians for social responsibility (PSR), la più grande associazione medica guidata dagli Stati Uniti che studia le minacce legate alla proliferazione e all'impatto nucleare.
Secondo il rapporto, un'ipotetica guerra nucleare tra India e Pakistan innescherebbe una carestia mondiale che porterebbe alla morte immediata circa due miliardi di persone in tutto il mondo e rischierebbe persino di segnare la "fine della civiltà umana" perché distruggerebbe i raccolti, danneggerebbe l'ambiente e porterebbe i mercati mondiali nel caos.
Ira Helfand, copresidente del Psr, ha affermato che l'impatto di una guerra tra India e Pakistan, due Paesi che hanno già combattuto tre guerre dal 1947, sarebbe devastante non solo per i due territori, che insieme contano oltre 1,3 miliardi di abitanti, ma anche per la confinante Cina che ha una popolazione di 1,3 miliardi di persone. Senza contare che gli effetti delle armi nucleari di oggi, di gran lunga più potenti di quelle sganciate su Hiroshima e Nagasaki nel 1945, si sentirebbero in tutto il mondo.
In particolare, lo studio rivela che una guerra nucleare nell'Asia meridionale provocherebbe la riduzione della produzione di mais statunitense del 10 per cento. In Cina, la produzione del riso scenderebbe in media del 21 per cento per i primi quattro anni e del 10 per cento per i sei anni successivi; il raccolto del grano si ridurrebbe, inoltre, del 50 per cento dopo appena un anno. Secondo Helfand, oltre 20 milioni di persone potrebbero perdere la vita nel giro di una settimana, "ma le conseguenze globali sarebbero molto peggiori" perché le esplosioni potrebbero portare nell'atmosfera cinque milioni di tonnellate di fuliggine. Si tratta di una quantità tale che potrebbe cambiare il clima terrestre, bloccando i raggi solari e facendo scendere la temperatura su tutto il pianeta. Le conseguenze sarebbero gravissime, con una "successiva carestia globale".
La Cnn ha riferito che sono almeno 17mila testate nucleari in tutto il mondo, anche se secondo altri rapporti le testate ammonterebbero anche a 20mila. Si tratta di un problema molto più pericoloso del nascente programma nucleare iraniano. Al momento, la maggior parte delle testate nucleari appartengono alla Russia e agli Stati Uniti, mentre l'India e il Pakistan avrebbero circa 100 testate ciascuna. Sebbene le armi in possesso di Nuova Delhi e Islamabad siano estremamente meno potenti di quelle delle due superpotenze, il timore che i due Paesi possano utilizzarle è ben più alto.
Per Helfand l'unica soluzione è la distruzione di tutte le armi nucleari. Lo scorso maggio, 17 Paesi hanno emesso una dichiarazione congiunta in cui sottolineavano il grave impatto umanitario delle armi nucleari e sostenevano la loro eliminazione. Altri 125 Paesi hanno sottoscritto la dichiarazione. "La comunità internazionale deve continuare ad adottare misure concrete per impedire che altri Paesi possano entrare in possesso di armi nucleari - ha affermato Helfand - ma questo sforzo per prevenire la proliferazione deve essere accompagnato da un reale progresso per eliminare il ben più grande pericolo rappresentato dai vasti arsenali già esistenti. In poche parole, l'unico modo per eliminare la minaccia di una guerra nucleare è eliminare le armi nucleari".
Gabriella Tesoro
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